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Uni.S.Ve.
Unione Stuccatori Veneziani
Nella tradizione veneziana lo stuccatore era l'artigiano che, lavorando a fianco dell'architetto, degli scal- pellini, pittori, falegnami, terrazzieri e tappezzieri, realizzava le decorazioni e le finiture di ogni edificio. Unione Stuccatori Veneziani nasce nel 2001 come l'unione di un gruppo di artigiani - stuccatori, discepoli del maestro veneziano Mario Fogliata, con l'intento di sostenere e mantenere viva questa professione quasi dimenticata. Da qui la scelta netta di utilizzare solo i materiali e le tecniche della tradizione, scartando qualsiasi prodotto di derivazione industriale e premiscelato, ma non rinunciando alla ricerca e sperimentazione su materiali e tecniche tradizionali. Oggi Uni.S.Ve. Srl è organizzata in tre sezioni, con specializzazioni e operatori specifici: la sezione stucchi e intonaci di tradizione, la sezione conservazione e restauro, la sezione decorazione d'interni.
Lo Stucco
Intonaco di tradizione
Il marmorino ha origini antichissime, già conosciuto dai greci, è molto diffuso nell’antica Roma: ad esso si riferiscono Vitruvio e Plinio, quando parlano di “albarium opus”, cioè stucco, intonaco bianco. Lo stucco forte o marmorino sono composti da una miscela variabile di calce aerea stagionata e polveri di marmo che nelle mani dello stuccatore prende forma per diventare una superficie levigata simile al marmo, dipinta ad affresco, con decorazioni, fregi e fasce a rilievo, con stucchi, cornici, lesene ed elementi architettonici o figurativi. La conoscenza dell’arte dello stucco e delle tecniche tradizionali di esecuzione di intonaci di calce, di affreschi, di marmorini e di decorazioni e fregi a rilevo è necessaria per affrontare correttamente la manutenzione, il restauro e la conservazione del patrimonio storico artistico.
Conservazione
Principio minimo intervento
La strategia progettuale di un intervento di restauro basato sul criterio del “minimo intervento”, su un oggetto o un edificio, mira alla conservazione e al massimo mantenimento della struttura e dei materiali originali che lo definiscono: tale principio vuole “facilitare la lettura” del manufatto oggetto di intervento. La Carta del Restauro del 1972 all’art. 4 recita, “s’intende per restauro qualsiasi intervento volto a mantenere in efficienza, a facilitare la lettura e a trasmettere integralmente al futuro le opere”. Quindi uno degli obiettivi del restauro conservativo è quello di far leggere, se possibile, l’opera nelle sue diverse forme e in tutta la sua complessità, per comprendere la storia e il valore di cui è portatrice. Oltre alla conservazione, l’obiettivo diventa quello di svelare la natura dell’oggetto nelle sue fasi storiche, mostrandone le stratificazioni e le trasformazioni.
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Bernardo Bellotto. Il Canaletto delle corti europee
Il restauro di una cornice in occasione della mostra sul vedutismo veneziano

Dal 11 novembre 2011 al 15 aprile 2012 a Conegliano, presso Palazzo Sarcinelli, si svolgerà una mostra, oganizzata da Artematica, con un'accurata selezione di vedute di Bellotto, Canaletto, Carlevarijs e Marieschi, che cercherà di percorrere la carriera artistica del pittore che, dopo l'apprendistato nella bottega dello zio Antonio Canal detto Canaletto, viaggiò in Italia e all'estero al servizio delle maggiori corti europee.
Una delle opere presenti in mostra, "Il Rio dei Mendicanti e la Scuola Grande di San Marco", una veduta di Campo San Giovanni e Paolo a Venezia, proviene dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Per quest'opera Unisve ha eseguito un intervento di restauro e riadattamento della cornice.
Alcune lavorazioni hanno riguardato la struttura stessa della cornice come l'adattamento delle dimensioni, la ricostruzione di una lacuna con un listello sagomato, il trattamento antitarlo mediante soluzione a base di permetrina.
La superficie è stata preparata a pastiglia con gesso e colletta, mediante la stesura a caldo di una mano di colletta (colla di coniglio) e a seguire di più mani di preparazione con gesso Bologna e colletta a caldo, levigando ogni strato fino ad ottenere una superficie perfettamente liscia, poi completata con la stesura a pennello di almeno tre mani di bolo.
Due elementi della modanatura sono stati dorati a guazzo con foglia d'oro 22 kt, brunita mediante pietra d'agata e protetta con gommalacca. Sulla parte restante è stata stesa anilina all'alcool di colore nero ebano in più mani fino all'ottenimento della profondità del colore desiderata poi lucidata con cera naturale diluita in essenza di petrolio purificata.
L'intervento è stato eseguito dalla restauratrice MariaStella Mason.
Nelle foto alcune fasi dell'intervento e l'anteprima dell'opera che sarà esposta alla mostra.

Le modanature sono state dorate a guazzo con foglia d'oro 22 Kt poi brunite con pietra d'agata

Dopo la brunitura la superficie dorata è stata protetta e abbassata di tono con gommalacca

La ricollocazione dell'opera all'interno della cornice

"Il Rio dei Mendicanti e la Scuola Grande di San Marco" di Bernardo Bellotto nella sua cornice
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